Buonasera a tutti.
Signor Luogotenente Governatore della IX Divisione rag. Ciro Messina.
Signor Tesoriere del Kiwanis Distretto Italia- San Marino rag. Nunzio Spampinato
Autorità civili e militari
Ospiti presenti in sala
Grazie per essere intervenuti, così numerosi, a questo convegno.
Un saluto breve, accompagnato da alcune riflessioni.
Ringrazio i relatori che hanno accettato, di essere presenti questa sera al convegno.
Ringrazio il Comune di Augusta e la Provincia Regionale di Siracusa per il Patrocinio che hanno concesso alla manifestazione.
Un ringraziamento al prof. Giorgio Càsole, che modererà i lavori del convegno, per l’opportunità di poter presentare questa sera la sua ultima fatica, un volume dal titolo Augusta, “cronache di un terremoto annunciato” in cui sono rievocate le drammatiche circostanze del sisma del 13 e 16 dicembre 1990.
Voglio ringraziare anche i soci kiwaniani componenti il Comitato organizzatore di questa Conferenza, che hanno profuso molto impegno alla realizzazione di questa serata, chairman dei lavori è stato l’ing. Domenico Morello, che è rimasto costantemente in contatto con i relatori, il dott. Salvatore Cannavà particolarmente sensibile alla materia trattata per il ruolo che ricopre come psicologo dell’emergenza e Presidente della Misericordia, grazie al dott. Umberto Bellistri, al p.i. Nicola Rizzotti, al p.i. Giuseppe Volpe, e a tutti gli altri soci che se pur non nominati hanno dato il loro valido contributo in termini di disponibilità.
Innanzi tutto vorrei dire qualche parola sul significato di questa iniziativa organizzata dal Kiwanis Club di Augusta che mi onoro di presiedere.
Il convegno su “Augusta, a sedici anni dal sisma del ‘90” nasce dall’esigenza avvertita dal nostro Club e dalla nostra comunità, e la vostra presenza questa sera lo testimonia, della necessità di discutere, riflettere e dibattere sul tema della protezione civile nel nostro territorio.
Questa iniziativa rappresenta l’occasione per fare il punto, a distanza di sedici anni dal dicembre del ’90, sui rischi che corre la nostra area, che oltre ad essere dichiarata sismica di seconda categoria è sede di innumerevoli insediamenti industriali.
Tutti noi abbiamo ancora impresso nella memoria quanto avvenne la notte del 13 Dicembre del 1990.
Era l’1,24 quando la terra tremò. Voglio solo ricordare qualche cifra di quel tragico evento:
- NESSUN MORTO
- UNA QUARANTINA DI FERITI LIEVI
- 1455 NUCLEI FAMILIARI SENZA TETTO
- 4735 PERSONE FUORI CASA
- 6 ISTITUTI SCOLASTICI SU 10 CHIUSI
- 2 CHIESE PARROCCHIALI CHIUSE (CHIESA MADRE E S. FRANCESCO)
- CHIUSE ANCHE MOLTE ALTRE CHIESE NON PARROCCHIALI
L’ illustrissimo prof. Boschi, dopo gli eventi tellurici, venne nel nostro territorio e disse cose che ancora oggi molti ricordano: fra queste, il dubbio nutrito che il sisma che ci aveva colpito, fosse proprio quello atteso da tempo. Non eravate convinti allora e, forse non lo siete ancora oggi.
Si è poi parlato di terremoto censurato, di terremoto dei silenzi, si è addirittura paventato il “Segreto di Stato” sul terremoto di Santa Lucia, si disse che sul terremoto del “90 fu estesa, sin dalle prime ore, una cappa di silenzio, poi quella dell’oblio. Credo che una risposta, se possibile a queste domande, vada data alla popolazione.
Ma se vogliamo andare indietro nel tempo, possiamo ricordare il catastrofico Sisma del 1693, i sismologhi lo conoscono bene, ne temono addirittura “UN RITORNO”, e lo usano come elemento di confronto con tutti gli altri Terremoti precedenti e successivi.
La prima scossa avvenne il 9 gennaio del 1693, la seconda più disastrosa l’ 11 gennaio dello stesso anno; insieme al Terremoto si ebbero anche due altri fenomeni, il Maremoto (con onde di 15 metri) e l’esplosione della polveriera del Castello, che aggiunsero altri 800 vittime a quelle provocate dal Terremoto.
Quello evento tellurico distrusse completamente Augusta: case, edifici pubblici e chiese.
Credo che quei tragici eventi, le cui tracce sono ancora visibili, uniti alla massiccia presenza di insediamenti industriali nel nostro territorio, seguiti da altri fenomeni connessi alle particolari condizioni meteorologiche che si sono registrate negli anni passati e, da ultimo, nell’inverno scorso, suscitino molta preoccupazione in noi tutti perché ad essi si sono accompagnati fenomeni di dissesto idrogeologico che hanno interessato il nostro comune e quelli dell’intera provincia di Siracusa.
Tutto ciò richiama l’attenzione sull’esigenza di una cultura di Protezione Civile, cultura che potrà essere incrementata, mi auguro, anche a seguito delle riflessioni che saranno svolte in questo convegno e che deve diffondersi soprattutto a livello comunale.
Il Comune rimane, oltre all’articolazione Regionale, Provinciale, all’intervento coordinatore del Prefetto (in situazioni di particolare rilevanza), il nucleo centrale di Protezione Civile. Il Comune deve farsi carico della responsabilità, deve sapere intervenire nelle situazioni di emergenza, di qualunque dimensione esse sono, situazioni che devono essere immediatamente affrontate.
Questo presuppone “conoscenza” e “gestione” del territorio, significa rilevazione delle condizioni di rischio, sulla base dello studio, dell’ osservazione attenta delle situazioni che determinano maggiore preoccupazione, significa quotidiana attenzione e quella serie di interventi che hanno il compito di prevenire e/o arginare eventi calamitosi.
Anche il Volontariato ha una funzione importantissima e non costa assolutamente nulla, occorre coagulare le disponibilità individuali e di gruppo per fronteggiare compatti le emergenze che la ns. realtà presenta.
Ricordiamo che il Volontariato è una risorsa di particolare importanza che può avere un rilievo fondamentale in una buona organizzazione di protezione civile.
Il convegno di questa sera, si propone di stimolare riflessioni e prese di coscienza, le quali, soprattutto a livello locale, rappresentano quel “conoscere”, quel “programmare” e, in particolare, la “pianificazione” di Protezione civile.
Della Protezione Civile, che deve farsi quotidianamente, non si deve avere l’idea che essa sia solo possibilità e capacità d’intervento in emergenza, ma deve essere quotidiano impegno di tutti per prevenire. “Prevenire è meglio che curare”.
Grazie, buon lavoro a tutti.
Emilena Iacieri
CHIUSURA LAVORI
Bene, stasera sono state dette molte cose interessanti,
Io voglio pensare che abbiamo rievocato il passato per programmare il futuro
Altre ipotesi possono essere certamente studiate purché esista la volontà politica di volere realmente migliorare l’attuale situazione.
Chiudo con un’ultima riflessione…., riallacciandomi a quanto accennato dal dott. Golizia, è molto importante, sviluppare l’attività di sensibilizzazione e di informazione nei giovani che devono avere coscienza delle problematiche del nostro territorio, io credo sia importante che le scuole si attivino, occorre introdurre corsi annuali sulla materia “Protezione Civile”, così come sono già effettuati per l’educazione stradale, partendo da un impegno minimale nelle scuole elementari, crescendo con le scuole medie ed arrivare alle superiori con un’istruzione veramente a livello didattico e con strumenti e con ore da dedicare specificatamente.
E…….da ultimo un invito al Sindaco, occorre un tavolo di concertazione, occorre programmazione, pianificazione e…….. un’informazione puntuale della cittadinanza.
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